Complicato o Complesso
Complicato o Complesso: due percorsi multiforme di cui uno solo ha una logica sequenziale.
Per scrivere l’articolo di questa settimana che mette a confronto due parole – Complesso o Complicato – mi sono avvalso nuovamente dell’aiuto del dizionario.
Fatto salvo le definizioni che differenziano le due parole, la sorpresa è stata constatare che la parola Complicato ha una sola definizione, mentre la parola Complesso ne ha due.
Complicato: confuso, intricato, di non facile risoluzione.
Complesso: che presenta difficoltà di comprensione dovute a oscurità del concetto stesso.
Oppure: costituito da più elementi formanti un’unità funzionale del sistema.
Ora, tra le due definizioni, in barba alla consuetudine di Riccardo Cucciolla – doppiatore impeccabile e direttore del doppiaggio italiano, noto per la sua tipica frase “buona la prima” – ho scelto come “buona” la seconda.
Perché la seconda definizione mette in luce un aspetto concettuale che fa la differenza.
Una persona complicata è difficile da gestire perché il suo ragionamento è tortuoso e privo di logica sequenziale. I suoi pensieri non hanno una traiettoria prevedibile e come schegge impazzite sfuggono al controllo, o si affastellano disordinatamente su più livelli.
La persona complessa, sebbene di non facile approccio, ha una struttura composta da più elementi che formano un’unità funzionale funzionante. Condizione favorevole alla comprensione del meccanismo col quale si susseguono i pensieri e si snoda il ragionamento.
A patto che ogni elemento del sistema svolga la funzione preposta, e che quest’ultima si integri perfettamente con tutto il meccanismo.
Come avviene all’interno di un orologio svizzero, composto di numerosi ingranaggi assemblati in un’unica cassa.
Tanto perfetti da garantire con estrema precisione la misurazione del Tempo.
A patto che negli ingranaggi non si infili un piccolo granello di polvere, altrimenti tutto il marchingegno prima deraglia e poi si blocca.
Evento che può verificarsi anche all’interno della variegata e multiforme tipologia del genere umano che, in questo caso, prima si complica la vita e poi va in stallo.
Anche l’individuo più semplice può diventare complicato quando è momentaneamente ottenebrato o fuori fuoco, quando è vittima di sovrastrutture o condizionamenti indotti che creano intricati ragionamenti.
Perciò stai all’occhio perché, la luce che vedi in fondo al tunnel potrebbe non essere l’uscita, ma il fanale di una locomotiva che ti viene incontro e ti travolge, se non ti sei accorto di aver sbagliato l’ingresso.
Purtroppo anche la persona complessa che gestisce con ingegno le diramazioni secondarie della sua forma pensiero, dove ogni ragionamento ha una sua logica e un filo conduttore che lo veicola, può andare in stallo. Però ha la facoltà di ritrovare il suo equilibrio, perché conosce il meccanismo della Resilienza e quindi riesce a ri-collocare ogni tassello del puzzle al suo posto designato.
Ovviamente, in una società dove la semplificazione banale è un dato di fatto – come i riassunti del Bignami adoperati a mo’ di ciambella salvagente quando il tempo o la voglia di studiare era poca – non mi stupisce che di fronte alla complessità la prima reazione sia l’allontanamento o addirittura la resa.
Sinceramente ogni tanto penso che, potendo scegliere, forse avrei dovuto preferire la basica ovvietà. Ma, non è andata così!
Tutti i giorni, come tanti di voi, devo fare i conti con la ruvida e complessa realtà. E per consolarmi, immagino che l’universo mi abbia imposto la complessità perché devo allenare il cervello e stimolarlo a creare nuove sinapsi neuronali.
Ciò che mi disturba però, è appurare che il nostro “bel paese” è afflitto da una malattia insanabile, che si chiama: Complicazione.
Fenomeno diffusissimo che resiste agli assalti dai variopinti governi che si sono succeduti, nonostante l’annunciata nascita del Ministero per la Semplificazione.
Cosa che mi rimanda alla leggenda del Santo Graal, di cui se ne parla da secoli ma che, al momento, non se ne può accertare l’esistenza.
Non voglio essere tendenzioso però, il mio “diavoletto tentatore” instilla il sospetto che nessuno abbia un reale interesse a semplificare il rapporto tra il cittadino e le istituzioni. Perciò, al momento, la “complicazione” è come l’abbonato Rai: ha sempre un posto in prima fila.
Allora, quando mi accusano di essere una persona complicata rispondo dicendo che: non sono complicato bensì complesso.
Tuttavia, per evitare l’arrocco, mi sono anche dotato di un libretto di istruzioni dettagliato da utilizzare all’occorrenza.
Però, se non c’è la volontà di leggerlo con dovizia e attenzione, questo non è un mio problema.
Guardo un girasole : E’ meraviglioso e così’ ricco di particolari affascinanti da risultare “complesso”per la sua struttura, che nel profondo, nasconde molti squisiti segreti….
e così’ l’alveare, la casa delle api. COMPLESSO ma chiaro e perfetto ai sensi, nella sua bellezza.
Poi mi cade l’occhio su una delle formule matematiche di mio marito – equazioni di due pagine piene di simboli incomprensibili – per me – (anche se per lui sono musica)
E penso che la Fisica non e’ per tutti, per la sottoscritta e’ davvero complicata!
Patty*