Positivismo e Possibilismo
Positivismo e Possibilismo: il pensiero astratto che si trasforma in un modello comportamentale.
L’ispirazione per scrivere l’editoriale di questa settimana è arrivata dalle parole di una canzone di Jovanotti, al secolo Lorenzo Cherubini: Penso Positivo.
Precisamente mi è risuonato nelle orecchie l’inciso iniziale: “io penso positivo perché sono vivo, perché sono vivo.”
Senza voler esprimere un parere artistico sulla canzone o sul testo, dopo averlo riletto mi sono chiesto: perché devo pensare positivo?
Se il mio scopo è vivere in una quotidianità che esaudisce i miei desideri e appaga le mie esigenze, non è necessario pensare positivo.
È uno spreco di energie stimolare la mente perché entri nella dinamica del pensiero positivo.
Non dovrei pensare positivo ma “essere positivo”.
Il che è ben diverso perché: il pensiero positivo può rivelarsi solo un esercizio di stile se non cambia la realtà e resta fine a se stesso.
Se si vuole cambiare il quotidiano è necessario dar vita a un’azione virtuosa che trasformi il pensiero positivo in concreta realtà.
Allora non sarà più necessario ricordare alla mente che deve pensare positivo, perché l’azione aderente ci modifica fin negli interstizi più reconditi del nostro essere.
E l’atteggiamento diventa un “automatismo involontario”, come lo sono i battiti del cuore o gli atti respiratori.
Sequenze vitali che si ripetono senza soluzione di continuità, perché fanno parte di un apprendimento ancestrale che non richiede l’intervento della mente.
Essere positivi non è un concetto astratto. Anzi, presuppone che la forma/pensiero si concretizzi attraverso un modus operandi che diventa un tutt’uno con Corpo, Mente e Spirito. Le tre parti di noi che, pur restando nel loro spazio destinato, quando interagiscono sinergicamente creano uno stato di quiete interiore che consente di abitare la realtà in tutta la sua pienezza.
Per dovere di cronaca devo ammettere che alcuni ricercatori – avvalendosi di particolari apparecchi- hanno stabilito che il pensiero crea la realtà o meglio: la forma/pensiero co-crea la realtà.
Soprattutto si ha un cambiamento della densità reale quando molte persone si sintonizzano sullo stesso focus contemporaneamente. La convergenza di più menti sullo stesso obiettivo diventa una forza straordinaria perché non si tratta di un potenziale addizionato bensì di un valore esponenziale.
E se alla forma/pensiero si fa seguire un comportamento unanime, l’effetto sarà così potente da modificare la frequenza del Campo Quantico, e tale da generare una successione di eventi sincronici impensabili.
Nell’attesa che tutto questo si trasformi in realtà, sto diffondendo una nuova pratica mirata a ottenere effetti tangibili senza stressare la mente:
il Possibilismo.
Essere possibilista significa dare una possibilità allo scorrere del quotidiano. Guardando a Est e assecondando i ritmi della natura.
Come il gesto di posare sul davanzale della cucina una torta appena sfornata perché si possa raffreddare senza fretta al soffio della brezza mattutina, come facevano le nonne.
Sempre che questo sia ancora fattibile senza che cadano sopra i resti dei metalli pesanti sparsi nelle nuvole mefitiche.
Essere possibilisti è guardare la realtà con le lenti degli occhiali ben pulite. Avere la consapevolezza di quello che si ha di fronte e prendere di ogni giorno la parte migliore.
Essere possibilisti non è credere ai miracoli ma dare a se stessi l’opportunità di guardare il mondo con gli occhi di un bimbo, che sa “desiderare” con tanta forza da trasformare il desiderio in una futura realtà.
Però, se durante una passeggiata serale sulla spiaggia dovessi trovare la lampada di Aladino, cosa potrei chiedere al Genio della Lampada?
Ah, ci sono!
Chiederei: “voglio tornar bambino”, come affermava Gabriele Cirilli in uno sketch a Zelig.
Fatto salvo di non sentirmi rispondere che non è necessario, perché ancora lo sono!
È vero è un lavoro enorme che la mente deve fare per pensare positivo
Soprattutto quando nella quotidianità non ci sono molte occasioni per farlo
Sentiamo spesso parlare della legge di attrazione in base alla quale basta volere con intensità e qualunque desiderio si realizza.
Personalmente sono molto molto scettica a proposito perché il destino segue i suoi percorsi prestabiliti e non sempre di nostro gradimento
Il libero arbitrio è un concetto un po’ effimero è molto molto limitato.
Meglio vivere con poche aspettative sia negative che positive e reagire al circostante di volta in volta