Salt of Life

6 Ago 2020

Vecchiaia o Anzianità

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Vecchiaia o Anzianità: due prospettive differenti di un’unica realtà.

Ebbene sì. Oggi mi tocca! Non potevo esimermi dal trattare l’argomento, considerando che i Ten gli ho finiti già da un pezzo.
Che piaccia o no, il confronto con dio Kronos che governa l’inesorabile scorrere del tempo, è un dato di fatto a cui nessuno può sottrarsi.
L’alternanza delle stagioni – ammesso che ci siano ancora le stagioni, visto che le mezze le abbiamo dismesse perché non servivano più, al pari della dolcevita di lana senza maniche – ci ricorda che l’oggi si alterna al domani, in qualunque fase dell’esistenza siamo collocati.

Perciò, se non è possibile fermare il tempo, meglio far pace con la realtà e attrezzarsi al meglio per viverla in pienezza. “Sembra Facile” recitava l’omino della famosa caffettiera Bialetti. In pratica non lo è.
Quando un fenomeno non è gestibile dall’uomo, due sono gli atteggiamenti che si possono adottare: accettare biecamente l’evidenza subendone le conseguenze, oppure cambiare punto di vista nonostante la realtà resti la stessa.
Due scuole di pensiero che virano in direzioni opposte e trovano la loro epifania nel diverso modo di vivere il quotidiano.

La vecchiaia è una condizione che può manifestarsi in qualunque momento storico della propria esistenza. Anche quando non ha un riscontro cronologico oggettivo.
Ho incontrato “vecchi” trentenni, apatici e annoiati, appoggiati al bancone del Pub con mezza pinta di birra come compagna e, per contro, ottantenni risoluti perdersi in rischiose evoluzioni a passo di danza, trepidanti come verginelle al loro primo ballo della scuola.
E tuttora, quando mi concedo la zingarata – compro un biglietto giornaliero e vago senza meta per qualche ora, intersecando a caso le linee degli autobus per tastare (virtualmente) il polso della gente – mi accorgo di come la recita sia parte del quotidiano.Devo ammettere che gli ex-adolescenti come me, anche allora si atteggiavano per sembrare più grandi.
I ragazzi con la sigaretta a penzoloni su lato destro della bocca alla James Dean, e il chiodo borchiato stretto in vita.
Le ragazze con le calze di nylon, indossate sotto la minigonna per mettere in risalto le gambe slanciate dalle prime scarpe col tacco.
Parlare di tacchi è un eufemismo in confronto a quelli che vedo oggi: vertiginosi e sottili come ferri da calza, che per indossarli senza danno richiedono l’affiliazione al CAI. Perché, se allora sembrare grandi era di moda, oggi tutti vorrebbero essere come Dorian Gray.
Pur di contrastare l’effetto prolasso ricorrono a ogni sorta di trattamento innovativo, o pozione magica dagli effetti prodigiosi: a detta di chi te la propina come fa il banditore alla fiera del paese.
La corsa frenetica vede ai nastri di partenza Cougar leopardate, corredate di puntuti respingenti, e uno stuolo di ex-giovincelli vanitosi che sfoggiano i loro corpi modellati del duro allenamento in palestra – per i virtuosi – o dalle mani esperte del chirurgo, per gli indolenti.
Implumi, come tanti polli d’allevamento deposti negli scaffali del supermercato, o stritolati da T-shirt aderenti come guaine correttive, nonostante l’incipiente calvizie.Per coerenza nei confronti di chi legge, confesso che anch’io cerco in qualche modo di mantenere lucida e presentabile la mia custodia.
Però mi prodigo affinché lo strumento che contiene, sia sempre accordato e in buona salute.

Perché: quando il dentro e il fuori sono in perfetto equilibrio, lo strumento non suona mai una nota stonata.
Tutto è armonico e bilanciato come un contrappunto di Luca Marenzio.
Ora, per dare una definizione pittoresca al significato dei due vocaboli, prendo ancora spunto dalla mia terra d’origine.
Dicendo che la differenza tra l’anzianità e la vecchiaia è la stessa che c’è tra un vino di ottima qualità e quello di scarsa qualità.
Differenza che si manifesta nel momento in cui si beve, ma si accentua col passare del tempo.
Il vino di qualità invecchiando migliora, il vino di scarsa qualità invecchiando si trasforma in aceto.

Allora anch’io voglio mettere nella mia bottiglia un vino di ottima qualità!
Che per essere tale deve provenire da nobili vitigni. Coltivati con dovizia dalle sapienti mani del contadino che sa cosa fare e come fare.
Che raccoglie i grappoli al momento giusto: all’apice della maturazione.
Che dopo la vendemmia pigia i grappoli e lascia riposare il mosto in botti di legno pregiato.
Che attende pazientemente il termine del processo di fermentazione.
Che imbottiglia il nettare prelibato rispettando l’alternanza delle fasi lunari.
Che “manovra” le bottiglie con cura, perché il vino conservi intatta la sua fragranza.

Mentre rileggo le fasi del processo, mi accorgo che è lungo assai: come si dice a Napoli.
Però il tempo scorre inesorabile e non fa sconti a nessuno.
Forse dovrei farmi prestare la bacchetta magica da Mago Merlino, altrimenti rischio che nel momento dello “stappo” sto già vagando nell’Empireo,
con indosso una sottana di chiffon e due candide alucce cucite sulla schiena.

Che guaio, dopo tutta sta’ fatica!

2 Risposte

  1. Aldo

    Grazie dottor Valsania questo ‘componimento mi è piaciuto molto. Non superficiale ma ben approfondito è spiegato decisamente bene. BRAVO!!! Dottore! 👍

  2. PATTY

    Leggendo il simpatico editoriale su Vecchiaia o Anzianità’, mi si e’ affacciato all’improvviso alla mente Fabrizio DE ANDRE’,
    con l’immancabile sigaretta e la bottiglia. Poi e’ arrivato Robin WILLIAMS con Whitney HOUSTON con i loro splendidi, contagiosi sorrisi,
    ….poi ho detto STOP – ce ne sono troppi che non ce3 l’hanno fatta a diventare vecchi….si sono in qualche modo arresi, forse.
    Ma userò’ questa occasione per ribadire a loro un GRAZIE per il talento enorme, la bellezza, la poesia, l’ARTE che hanno espresso nella
    loro intensa ed interrotta vita…. E’ bastata per esprimere il meglio, nonostante la fragilità’, i momenti bui.
    Grazie a chi ci ha lasciato ciò’ che ci serve per comprendere meglio il talento e la bellezza!
    -Scusate se sono andata fuori tema – non so -ma forse va bene anche così’ –

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