Salt of Life

27 Mag 2020

Superficialità o Leggerezza

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Superficialità o Leggerezza: un sottile confine che separa due modi speculari di vivere il presente.

…Quando ripenso agli anni in cui frequentavo la scuola dell’obbligo, mi ricordo che il leitmotiv ripetuto dagli insegnanti ai miei genitori era: “suo figlio è intelligente e perspicace. Ha delle abilità ma è superficiale”.
A detta di Anceline Schützenberger, psicologa e psicoterapeuta francese fondatrice della Psicogenealogia, “le frasi ascoltate nel contesto familiare negli anni prepuberali, condizionano e influenzano lo sviluppo psicofisico del soggetto, insinuando in lui la convinzione che ciò che gli viene detto sia una verità inconfutabile”…

Così la parola “superficiale” che aleggiava in famiglia quando si parlava di me, era diventata una costante al punto che, per spirito di ribellione, appena iniziata la scuola superiore mi dedicai alacremente alla lettura dei testi di Herman Hesse e Eric From.
Vi lascio immaginare l’effetto dirompente che questi libri suscitarono nella mia acerba sfera emozionale. E io in un battito di ciglia, passai dall’essere sognatore divagato a finto adulto. Contorto e “peso” come la statua del Budda all’ingresso del tempio tibetano.
Ero così invecchiato da non riuscire a rapportarmi con i miei coetanei che, ovviamente, mi consideravano vetusto.
Se a questo aggiungo che ho ricevuto la mia prima nomina come supplente di Educazione Musicale all’età di vent’anni, il quadro è completo.

Ma come dico spesso l’universo è grande e sa bene cosa fare per evitare la “prorogatio sine die”.
Infatti, senza chiedere permesso, solleticò il monello dormiente che era in me alimentando gli istinti primordiali, che per molto tempo hanno lottato strenuamente con la mia ratio prussiana, per avere il sopravvento.
Finché nei primi anni 90, nel partecipare a un corso di Musica Barocca a Ravello – un incantevole borgo abbarbicato a strapiombo su una rupe della Costiera Amalfitana – ho assaporato l’ebrezza di quella che io chiamo amabilmente la “napoletanità”.
Un modo di concepire il quotidiano distante anni luce dal mio. Che subito mi sconvolse, e dopo una settimana di convivenza forzata produsse effetti benefici sorprendenti.

Avevo imparato a prendere distanza dalle cose dando loro la giusta importanza, senza inutili carichi o tensioni inappropriate.
Ero tornato a sorridere grazie  all’arte del viaggiar leggero.

Leggerezza che non va confusa con la superficialità. Condizione in cui non vi è consapevolezza, tanto meno l’assunzione delle proprie responsabilità.

Certo, il confine tra Leggerezza e Superficialità è diafano e non è sempre facile distinguere con chiarezza i due atteggiamenti diversi.
Soprattutto nell’attuale: dove la superficialità pare sia un dato di fatto.
Eretta a vessillo dai Media che la spacciano come un’imperdibile opportunità.
Da offrire a una moltitudine di persone
frettolose e disattente, che hanno perso l’abitudine di osservare i piccoli dettagli che fanno la grande differenza.
Così il web sforna tutorial approssimativi che, adetta loro, promettono risultati strabilianti.
Venti lezioni di 30 minuti a prezzo di lancio, per imparare senza fatica l’inglese corrente.
Oppure: un corso di Chitarra della durata di dieci ore… e sarai capace di suonare un assolo svisato degno di un applauso.

A questo punto, avrebbe detto Antonio Lubrano, la domanda giunge spontanea!
Se i corsi di questo tipo proliferano, nonostante sia palese il loro dubbio valore, perché c’è ancora chi ne resta abbagliato?
Francamente non ho una risposta però, se questo rende felice qualcuno, è giusto che lo acquisti.
Meglio strimpellare malamente la chitarra, a discapito delle tue orecchie e di quelle dei vicini, piuttosto che starsene tutto il giorno affossato nella poltrona in compagnia della Playstation; anche se ormai sei prossimo a sottoscrivere la Carta d’Argento.
L’importante è che non ti creda il nuovo George Harrison.

D’altro canto, anche
Dulcamara nell’Elisir d’Amore di Donizetti si spacciava per “medico enciclopedico” e millantava di vendere il famoso Elisir della crudele Isotta al posto di un dozzinale Bordeau, che diede all’ignaro Nemorino la forza di conquistare le bella Adina. Perciò….

Si può viaggiare leggeri quando si ascolta la voce dell’essenza che ci invita a lasciare a terra l’ingombro del superfluo e a salire a bordo, tenendo ben salde le mani sul timone.
Come fa la sequoia: un albero secolare gigantesco che innalza la sua chioma oltre la folta vegetazione circostante alla ricerca della luce solare.
E, al tempo stesso, affonda le sue radici nella madre terra, per mantenere l’equilibrio anche quando la chioma è inzuppata dalla furia dei Monsoni.
Al momento sono qui però, se esiste davvero la Metempsicosi – la credenza di alcune dottrine religiose secondo cui dopo la morte l’anima trasmigra da un corpo all’altro – faccio un’esplicita richiesta all’universo affinchè nella prossima discesa possa avere le sembianze di una Libellula.

L’elegante insetto che rappresenta simbolicamente il passaggio dall’età infantile a quella adulta, dove il superamento delle illusioni e l’acquisizione della consapevolezza ne attestano la cifra stilistica. Cosi mi ritrovo con i “compiti già fatti” e posso librarmi leggera nel tardo meriggio estivo, senza alcuna preoccupazione.

2 Risposte

  1. Patrizia

    Il termine leggerezza spesso viene utilizzato per descrivere una persona leggera, di facili costumi
    Superficialità oggi è considerato quasi un pregio perché tanto più si è superficiali tanto meno ci si fa delle domande
    Il popolo bue deve vivere nell’ignoranza perché così è più condizionabile e manovrabile
    Personalmente preferisco essere considerata una persona leggera e non superficiale
    Perché la mia leggerezza non mi impedirà di approfondire e cercare la verità, l’essenza delle cose

  2. Neva

    Ciao Giovanni , grazie sempre delle tue oculate sottolineature ! Il mio pensiero è: la Superficialità è , rimanere in superficie senza entrare nelle cose , nelle emozioni , non approfondire per non faticare !
    La Leggerezza è, una modalità leggera di affrontare la vita , anche nelle prove più difficili , assaporando ogni aspetto che ci pone , con la capacità di cambiare continuamente angolazione !
    Buona Vita

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